Non tutti sanno che il quartiere di Kazimierz, da molti chiamato anche Quartiere Ebraico non è sempre stato un quartiere di Cracovia e neanche il nucleo della cultura ebraica come è considerato adesso.

Kazimierz viene fondata nel 1335 dal re Casimiro III il Grande che le dà il proprio nome come una città indipendente, a metà strada fra Cracovia e le Miniere di Wieliczka, lungo la cosiddetta Via del Sale. La sua posizione all’epoca era assai conveniente perché, limitata a sud-ovest dal corso principale del fiume Vistola e nella zona nord-est dal suo ramo secondario ormai inesistente (sotterrato nel primo ventennio dell’800), la città era ben protetta in maniera del tutto naturale.

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La storia più interessante della civiltà ebraica a Kazimierz inizia invece nel Quattrocento, quando con il reggio decreto di Jan Olbracht gli ebrei vengono trasferiti laggiù e creano il loro quartiere nella città cristiana, con il centro situato in via Szeroka. Gli ebrei godono anche di uno status speciale, sono sudditi diretti del re, spesso molto ricchi, gestori di patrimoni enormi, quindi importanti per l’economia locale.
Nel 1800, dopo quasi 500 anni di autonomia Kazimierz viene incorporata a Cracovia e ne diventa un quartiere; così anche gli ebrei vengono considerati abitanti di Cracovia. E’ importante sapere che prima della II Guerra Mondiale a Cracovia abitano circa 65 – 70 mila ebrei, quasi un terzo dell’intera popolazione locale. Con l’arrivo dell’occupante nazista iniziano però le deportazioni; secondo Hans Frank, capo del General Gouvernment, Cracovia deve diventare una città senza ebrei, città perfettamente tedesca.
Il 3 marzo del 1941 la comunità ebraica di Cracovia subisce un altro colpo grave: il comandante del distretto di Cracovia, Otto Wächter crea sulla riva destra del fiume nel quartiere di Podgorge, nei pressi della fabbrica di Oskar Schindler e del campo di lavoro di Plaszòw un quartiere speciale riservato solo agli ebrei che vi vengono trasferiti da altre zone. Si forma così il ghetto di Cracovia nel quale fino alla drammatica liquidazione avvenuta fra il 13 e il 14 marzo 1943 vivono chiusi all’interno del muro circa 18 mila ebrei ancora rimasti in città. Ne sopravvivono pochi, ma i sopravvissuti ricordano con gratitudine il dott. Tadeusz Pankiewicz, gestore della farmacia in Piazza Zgody che rischiando spesso la propria vita aiuta migliaia di persone a superare i tempi più bui dell’occupazione. Dopo la guerra, fra tanti altri polacchi, Tadeusz Pankiewicz riceve la medaglia del Giusto fra le Nazioni, attribuitagli dall’Istituto Yad Vashem.

Durante il Grand tour con la guida di Cracovia visiteremo anche il quartiere ebraico, raccontando le vicende della comunità ebraica dalla fondazione della città ai giorni nostri.

Nonostante Kazimierz, abbandonato durante la guerra dai suoi vecchi abitanti fosse rimasto quasi un quartiere fantasma per molti anni, adesso sta riacquistando la sua bellezza e il suo clima caratteristico delle piccole botteghe, negozi d’antiquariato, bar e ristoranti che attirano non solo turisti. Di notte invece diventa un vero palcoscenico della bohème locale e, fra le luci soffuse dei suoi locali accoglienti, uno dei luoghi più magici dell’antica Cracovia.

Karolina, guida ufficiale di Cracovia